EMBOLIA POLMONARE: dalla fase acuta al trattamento. Un percorso multidisciplinare già tracciato per seguire il paziente
Il Direttore della SC Cardiologia – UTIC dell’ASL di Biella, dottor Marco Marcolongo tra le Dirigenti Medici della stessa Struttura, dottoresse Federica Marrara (a sinistra, nella foto) e Simona De Vecchi che gestiscono l’Ambulatorio dedicato all’embolia polmonare, venerdì 23 febbraio 2018

Il Direttore della SC Cardiologia – UTIC dell’ASL di Biella, dottor Marco Marcolongo tra le Dirigenti Medici della stessa Struttura, dottoresse Federica Marrara (a sinistra, nella foto) e Simona De Vecchi che gestiscono l’Ambulatorio dedicato all’embolia polmonare, venerdì 23 febbraio 2018

Ambulatorio dedicato nella Struttura Complessa Cardiologia – UTIC dell’ASL BI

L’obiettivo è quello di monitorare i pazienti in modo costante e metodico, costruendo per loro percorsi di trattamento dedicati. La Cardiologia dell’ASL di Biella, diretta dal dottor Marco Marcolongo, ha strutturato al suo interno un Ambulatorio per seguire coloro che – colpiti da embolia polmonare – dopo aver superato la fase acuta, necessitano di controlli specifici a distanza di tempo.

L’embolia polmonare (EP) è l’ostruzione acuta (completa o parziale) di uno o più rami dell’arteria polmonare. Nella maggior parte dei casi il trombo proviene dalle vene periferiche degli arti inferiori colpiti da trombosi profonde, spesso silenti in pazienti con patologie tumorali ancora attive.

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Dopo aver trattato il momento più critico, il paziente viene dimesso con un programma di follow up che prevede un primo controllo cardiologico a 60 giorni dall’evento acuto.
L’Ambulatorio, gestito dalle dottoresse Federica Marrara e Simona De Vecchi, punta al tempo stesso a monitorare i pazienti dopo la fase acuta alla ricerca dei fattori di rischio, congeniti e acquisiti, che sostengono la patologia e delle potenziali complicanze che possono svilupparsi successivamente, da identificare in modo tempestivo. In alcuni casi, infatti, l’embolia polmonare può evolvere in una forma particolare di ipertensione polmonare denominata ipertensione polmonare cronica tromboembolica. Un quadro clinico di tale natura, una volta identificato, richiede un trattamento chirurgico e per tale motivo il paziente viene inviato presso la Chirurgia Trapiantologica Cardiopolmonare del Policlinico San Matteo di Pavia (nella foto) dove approda l’80 per cento della casistica nazionale dei pazienti affetti da questa forma specifica.

Un percorso multidisciplinare che vede la Cardiologia di fatto come il collettore a cui vengono indirizzati anche i pazienti provenienti dai Reparti di Medicina Interna, Pneumologia, Medicina d’Urgenza. Sono, infatti, queste le principali specialità – parte attiva del percorso – che possono ritrovarsi a gestire situazioni complesse di embolia polmonare.
Tale approfondimento richiede un lavoro di équipe multidisciplinare che coinvolge anche il Reparto di Ematologia alla ricerca di possibili alterazioni nella coagulazione che a volte rimangono silenti a lungo, ma possono poi sfociare in un’embolia acuta o in un tromboembolismo venoso.

Aiutare, dunque, i pazienti con una strada già tracciata, sviluppando al tempo stesso nuove conoscenze e definendo la terapia più mirata in base alla condizione clinica, come si legge nel Comunicato trasmesso venerdì 23 febbraio 2018 dall’Addetto Stampa della nostra Azienda Sanitaria Locale.