In molti distretti corporei infatti le immagini ricavate con la risonanza magnetica presentano una definizione migliore di quelle TAC. Un esempio è lo scavo pelvico, sede di numerosi tumori estremamente rispondenti alla radioterapia, come il tumore della prostata, il carcinoma della cervice uterina, dell’endometrio e del canale anale.
Finora è stato possibile utilizzare le immagini ricavate con la risonanza magnetica mediante un sistema di fusione, ma la diversa conformazione del lettino della RMN rispetto a quello dell’acceleratore lineare sovente non consente un’assoluta precisione nel ricavare un piano di trattamento, che pertanto deve essere corretto manualmente dal Medico.