Nei giorni scorsi l’équipe della Struttura Complessa (SC) Cardiologia – UTIC dell’ASL BI, diretta dal dottor Andrea Rognoni, ha eseguito per la prima volta una trombectomia polmonare, in una paziente con tromboembolia polmonare acuta, patologia grave e potenzialmente fatale.
L’ASL di Biella e l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara sono le uniche Aziende del Quadrante ad eseguire questa procedura.
La storia della paziente
All’inizio dell’autunno una paziente di 69 anni è arrivata in Pronto Soccorso in condizioni emodinamiche significativamente compromesse, ovvero con ipotensione arteriosa e bassa ossigenazione del sangue.
La paziente è stata quindi ricoverata in Cardiologia per una tromboembolia polmonare acuta, una patologia grave, causata dall’ostruzione delle arterie polmonari da parte di un coagulo di sangue proveniente dalle vene. Nei casi più severi, questa condizione richiede un trattamento immediato, in quanto potrebbe essere fatale.
Nelle condizioni in cui si trovava la paziente è stato necessario un supporto farmacologico per mantenere la pressione arteriosa adeguata e una ventilazione non invasiva per migliorare l’ossigenazione.
L’équipe di Cardiologia, composta dai dottori Orazio Viola ed Andrea Rognoni, con il supporto di Infermieri e Tecnici di Radiologia, ha quindi deciso di avviare una procedura invasiva per rimuovere il coagulo di sangue che ostruiva i polmoni.
Questa tecnica, di recente introduzione, si affianca alla terapia farmacologica, che prima costituiva l’unica possibilità nei pazienti con tromboembolia, e può fare la differenza nei casi in cui la dimensione del trombo richieda un trattamento più incisivo.
Attraverso la puntura di una vena della gamba, un tromboaspiratore è stato introdotto nelle arterie polmonari della paziente: si tratta di un dispositivo costituito da un catetere dotato di un motore in grado di aspirare il trombo. È inoltre uno strumento “intelligente”, in quanto è in grado di distinguere tra il trombo e il sangue, interrompendo l’aspirazione in quest’ultimo caso in modo da ridurre le perdite ematiche.
Questa procedura ha permesso, nel giro di 24 ore, un significativo miglioramento clinico della paziente, la quale non solo non necessitava più di alcun supporto farmacologico e ventilatorio, ma era anche in grado di sedersi a letto ed è stata dimessa nei giorni successivi in ottime condizioni generali, come riferito nel Comunicato Stampa trasmesso lunedì 3 novembre 2025 dalla nostra Azienda Sanitaria Locale.