Il problema sia degli antivirali che dei monoclonali è che è necessario avere una diagnosi il più possibile precoce, nei primi giorni dalla comparsa dei sintomi, per cui l’invito per chi è stato contagiato e ha altre malattie in atto è quello di rivolgersi fin da sùbito al proprio Medico curante che, con il supporto dei Medici USCA, può valutare la necessità immediata di terapia ed avviare il paziente al trattamento”.
I fattori di rischio necessari per accedere ai trattamenti sono:
- patologia oncologica in fase attiva
- insufficienza renale cronica
- broncopneumopatia grave
- immunodeficienza primaria o acquisita
- obesità
- malattia cardio-vascolare grave
- diabete mellito non compensato
- epatopatia cronica,
mentre per i monoclonali si aggiungono:
- età >65 anni
- malattia cardio-cerebrovascolare (inclusa ipertensione con concomitante danno d’organo)
- broncopneumopatia cronica ostruttiva e/o altra malattia respiratoria cronica
- emoglobinopatie
- patologie del neurosviluppo
- patologie neurodegenerative.
La selezione del paziente candidabile alla terapia è affidata ai Medici di Medicina Generale (MMG), Pediatri di Libera Scelta (PLS) e, in generale, ai Medici che abbiano l’opportunità di entrare in contatto con pazienti affetti da COVID di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati, che avviano la procedura di segnalazione all’Ambulatorio di Malattie Infettive diretto dalla dottoressa Anna Lingua cui spetta il compito di valutare, prescrivere e somministrare la terapia.