Locandina ASL BI dedicata alla Giornata Mondiale sull'Epatite C - 2025
Locandina ASL BI dedicata alla Giornata Mondiale sull'Epatite C - 2025

In occasione della Giornata Mondiale dell’Epatite, l’ASL Biella ha partecipato attivamente alla campagna di prevenzione e sensibilizzazione promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso una serie di iniziative rivolte alla popolazione.

Mercoledì 30 luglio 2025, dalle ore 09.00 alle 12.00 circa, presso lo stand allestito nell’Atrio dell’Ospedale, è stato possibile effettuare gratuitamente il test rapido di screening per l’epatite C, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della diagnosi precoce e della prevenzione. Il test era accessibile a tutti ed era gratuito, senza necessità di prenotazione o impegnativa medica.

Dal 2020, Il Ministero della Salute ha avviato un programma nazionale di screening gratuito per l’epatite C e promosso dalla Regione Piemonte, rivolto alla popolazione generale nata tra il 1969 e il 1989, che comprende circa 18 milioni di persone. Oltre alla fascia anagrafica indicata, lo screening è esteso anche a categorie a rischio, come le persone con problemi di tossicodipendenza e coloro che si trovano in regime detentivo, gruppi in cui la diffusione del virus è statisticamente più elevata.

L’esperienza dell’ASL BI

Nell’àmbito dell’ASL di Biella è sempre possibile effettuare il test di screening presso i Centri Prelievi di Biella e Cossato. Da luglio 2022 ad oggi sono stati effettuati circa 3.000 test di screening, a testimonianza dell’impegno costante nella prevenzione e nella diagnosi precoce dell’epatite C sul territorio.

Il percorso di screening è inoltre accompagnato da interventi di counselling informativo, rivolti sia ai pazienti positivi che a quelli negativi, per fornire indicazioni sulle modalità di trasmissione del virus e sulle possibili complicanze legate all’infezione da HCV.

Nell’àmbito dell’applicazione delle indicazioni derivanti dal progetto nazionale di screening, i pazienti in carico presso la Struttura Complessa Servizio per le Dipendenze – Ser.D dell’ASL BI  vengono sottoposti a test rapido per la ricerca degli anticorpi HCV mediante fingerstick, vale a dire tramite la sola puntura di un polpastrello per il prelievo di sangue capillare. La Struttura Complessa (SC) Ser.D e il Dipartimento Strutturale Transmurale di Patologia delle Dipendenze sono diretti dal dottor Lorenzo Somaini.

Epatite C: una minaccia silenziosa ma curabile

L’epatite virale, in particolare l’epatite C, rappresenta una delle principali cause di morte a livello globale. Secondo i dati dell’OMS, 1,3 milioni di persone muoiono ogni anno per complicanze legate all’infezione, come cirrosi epatica e tumore al fegato. Ogni giorno si registrano circa 8.000 nuove infezioni da epatite B e C.

La malattia ha spesso un decorso asintomatico, il che rende difficile una diagnosi precoce. Tuttavia, diagnosticare l’epatite C per tempo è fondamentale, perché oggi sono disponibili farmaci antivirali diretti (DAAs) che permettono la guarigione completa dell’infezione in oltre il 95% dei casi, senza effetti collaterali significativi.

Il virus dell’epatite C (HCV) si trasmette principalmente per via ematica, ovvero attraverso il contatto con sangue infetto. Le modalità di contagio sono cambiate nel tempo, seguendo l’evoluzione delle pratiche mediche e dei contesti sanitari e sociali.

In passato, il principale fattore di rischio era rappresentato dalle trasfusioni di emoderivati prima dell’introduzione, a metà degli anni Ottanta, dello screening per l’epatite non-A non-B, e successivamente, nel 1990, del test per gli anticorpi anti-HCV.

Le modalità di trasmissione

Oggi, la principale via di trasmissione è legata all’uso di droghe per via iniettiva, con la condivisione di siringhe o aghi contaminati.

Tuttavia, esistono anche altre modalità di contagio:

  • trasmissione verticale (da madre a figlio durante il parto)
  • contatto accidentale con strumenti medici o oggetti contaminati
  • condivisione di articoli personali (rasoi, spazzolini, strumenti per manicure o pedicure
  • tatuaggi o body piercing eseguiti senza adeguate misure di sterilizzazione rappresentano un potenziale rischio.

Uno dei maggiori ostacoli all’eliminazione dell’HCV è la natura sùbdola dell’infezione, che spesso decorre senza sintomi evidenti fino a quando non compaiono danni epatici di grado moderato o severo. Questo comporta che molte persone ignorino di essere infette, con il rischio non solo di trasmettere inconsapevolmente il virus ad altri, ma anche di sviluppare complicanze croniche a lungo termine.