IL CONTESTO
Negli ultimi anni, si è assistito a un graduale calo di attenzione nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili, in particolare AIDS, sia a livello locale sia nazionale. Ciò è riconducibile, in parte, al fatto che i progressi in campo medico hanno fortunatamente ridotto drasticamente i decessi ridimensionando l’allarme che aveva caratterizzato in particolare gli anni Novanta e, in parte, perché le notizie più allarmanti giungono dal cosiddetto Terzo Mondo, con la percezione diffusa che si tratti di un problema lontano e che di fatto non riguardi il nostro Paese.
La realtà è ben diversa.
La sorveglianza a livello nazionale delle nuove diagnosi di infezione da HIV riporta i dati relativi alle persone che risultano positive al test per la prima volta, segnalando che nel 2019 sono 2.531 le nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a un’incidenza di 4,2 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti.
L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi, si colloca lievemente al di sotto della media dei Paesi dell’Unione Europea (4,7 casi per 100.000 residenti). Nel 2019 le incidenze più alte sono state registrate nel Lazio e in Lombardia. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2019 erano maschi nell’80% dei casi. L’età mediana era di 40 anni per i maschi e di 39 anni per le femmine.
L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (10,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e di 30-39 (9,8 nuovi casi ogni 100.000 residenti); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi era quattro volte superiore a quelle delle femmine. Nel 2019, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti da preservativo, che costituivano l’84,5% di tutte le segnalazioni. Diversamente dagli anni precedenti, in cui erano preponderanti le diagnosi associate a trasmissione eterosessuale, nel 2019 per la prima volta la quota di nuove diagnosi HIV attribuibili a MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini) era pari a quella ascrivibile a rapporti, appunto, eterosessuali. I casi attribuibili a trasmissione eterosessuale erano costituiti per il 59,6% da maschi e per il 40,4% da femmine. Tra i maschi, il 53% delle nuove diagnosi era rappresentato da MSM.
Nel 2019, più della metà delle persone con una nuova diagnosi di HIV è stata diagnosticata in fase avanzata di malattia.
Il numero di decessi in persone con AIDS rimane stabile negli ultimi anni ed è pari a circa 500 casi per anno.
In Piemonte anche nell’ultimo anno si conferma la tendenza alla riduzione. In termini di incidenza, nel 2019 la Regione si colloca al di sotto della media nazionale (4,2 casi per 100.000 residenti).
Fondamentali sono la prevenzione e la diagnosi precoce: anche in questo particolare contesto caratterizzato dall’emergenza COVID-19, è possibile effettuare il test HIV gratuitamente in tutte le ASL piemontesi.
Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2019 sono prevalentemente uomini (79%); l’età mediana è 39 anni, con un’incidenza più alta tra i giovani. Gli stranieri rappresentano il 26% dei casi totali.
Nel 2019, la maggior parte (93%) delle nuove diagnosi di infezione da HIV è riferibile a rapporti sessuali non protetti, tra cui quelli tra uomini rappresentano il 50% del totale dei casi.
IL PROGETTO “CHI SI AMA MI SEGUA”
Dall’analisi del contesto, e proprio con l’obiettivo di promuovere sul Territorio di competenza dell’ASL BI una nuova cultura che stimoli a nuove e più attente riflessioni sul tema dell’AIDS, il servizio Drop In del Dipartimento Interaziendale: Patologia delle Dipendenze ha proposto alcune iniziative in occasione della Giornata Mondiale per la Lotta all’AIDS, indetta ogni anno il 1° dicembre.
Il progetto “Chi Si ama mi segua”, avviato nel 2014, ha visto la collaborazione di Enti pubblici, Associazioni di categoria, Gestori dei locali notturni, Coffee bar diurni, Dj, Baristi e PR.
Per l’edizione del 2021 sono stati 31 i locali notturni e 20 i coffee bar diurni che hanno partecipato al progetto durante il quale sono state distribuite, mantenendo la media delle scorse edizioni, circa 7.500 card con profilattico.
Tutti i locali diurni e notturni contattati in questi anni hanno sempre espresso l’interesse a ripetere l’iniziativa, ma ora la loro presenza ha assunto forse ancora più significato, considerando il periodo difficile che hanno attraversato a causa della pandemia COVID.
Sono stati quindi i gestori dei locali a intervenire in prima persona sul tema della prevenzione rispetto alle infezioni da HIV, il virus responsabile dell’AIDS, rendendosi portatori di un messaggio positivo: divertirsi sì, ma con la consapevolezza del rischio.
Nello specifico, la distribuzione di profilattici e card informative è avvenuta nella giornata di mercoledì 1° e nelle serate di venerdì 3 e sabato 4 dicembre.
A Biella ecco gli appuntamenti che ci sono stati, oltre alla distribuzione delle card: