Da sinistra Borello, Pissaia, Penna, Colageo, Fontanella, Simonetti, Zago Rianimazione 15122015

Dieci pannelli, di cui due di grande dimensione, donati in ricordo di Marco

 

Da sinistra, Margherita Borello, Claudio Pissaia, Angelo Penna, Umberto Colageo, Lucetta Fontanella, Giuseppe Simonetti e Alessandra Zago durante la presentazione delle opere donate al Reparto di Rianimazione, nella Sala Convegni dell’Ospedale degli Infermi, nel pomeriggio di martedì 15 dicembre 2015

 

Martedì 15 dicembre 2015, al pomeriggio, sono state presentate le opere donate al Reparto di Rianimazione dell’Ospedale degli Infermi. Per presentare il progetto, che si è concluso con la donazione e l’installazione di alcuni pannelli nei giorni scorsi, è stato organizzato un incontro di riflessione e di approfondimento sul tema dell’immagine e delle sue potenzialità terapeutiche e di richiamo alla vita.
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Ospite speciale dell’evento la professoressa Lucetta Fontanella, già docente dell’Università di Torino e autrice di un libro su questo delicato argomento. Si tratta di un’opera, in cui ha raccontato, appunto, la sua esperienza di paziente in un letto di Rianimazione.
Anni fa, il dottor Umberto Colageo, Responsabile della Struttura Semplice (S.O.S.) Rianimazione dell’ASL BI, ha assistito, a Torino, proprio ad una sua presentazione e memore di quella testimonianza ha voluto per il suo Reparto un allestimento speciale.
Quasi un anno fa, partecipando alla presentazione degli acceleratori lineari donati dalla Fondazione Cassa di Risparmio, ha avuto modo di apprezzare le opere di allestimento dei locali tratte dall’Archivio Bini e Simonetti e ha manifestato il desiderio di adottare questo stesso tipo di scelta artistica per il proprio Reparto.

Otto immagini sono stampate su pannelli quadrati 1mX1m e le altre due sono panoramiche e quindi più grandi.
Le illustrazioni ritraggono la Burcina, campi di fiori, ruscelli, montagne, laghetti, onde del mare, scogli…del nostro Biellese e di ambientazioni naturalistiche volutamente diversificate per rispecchiare la sensibilità e l’interesse di persone diverse.
Viviamo in un’epoca in cui le fotografie si fanno e si condividono con immediatezza e facilità. Un gesto che facciamo senza quasi pensare… e con altrettanta leggerezza di possono perdere, passando ad un dispositivo più nuovo o scordare in fondo ad un hard disk.

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Le foto tratte dall’archivio Bini-Simonetti appartengono non solo al mondo della fotografia tradizionale, in cui lo scatto era frutto di abilità tecnica e tenacia, ma ad un’umanità rispettosa e riflessiva. L’affacciarsi dell’obiettivo sulla realtà è fatto con garbo, umano rispetto, intelligenza e desiderio profondo di conoscenza del mondo che viene raccontato.
Queste stesse componenti entrano in gioco nel rapporto tra medico e paziente, soprattutto in un Reparto di Rianimazione dove l’intensità delle cure del medico si intreccia con la bellezza delle persone che le dispensano. Non sono foto che fanno parlare di sé, immagini nate per stupire, per creare clamore, ma foto di vita e di natura: “racconti a colori” .

Le opere sono donate “in ricordo di Marco che non conosciamo, ma che sappiamo vivrà in tutte le persone che apriranno gli occhi in quegli ambienti e in quelle immagini potranno ritrovare il proprio aggancio alla vita.

Il commento del Direttore Sanitario dell’ASL BI, dottor Angelo Penna: “Ho apprezzato lo spirito d’iniziativa da parte del nostro personale di portare avanti in questi mesi di intensa attività, anche questo progetto, curando nel dettaglio l’allestimento, in modo che fosse appropriato e rispettoso della particolare sensibilità che il contesto della Rianimazione necessariamente comporta. Ci tengo a ringraziare pubblicamente la famiglia che ha scelto un simile gesto di generosità per ricordare il proprio familiare. Questo Ospedale avrà una valenza artistica, non tanto fine a se stessa, ma volta alla persona ed al suo benessere, in quanto Ospedale all’avanguardia anche sotto il profilo umano e della relazione. La Rianimazione è uno dei luoghi più delicati e nevralgici da questo punto di vista. Altre iniziative molto belle ed importanti sono in corso in Ospedale e verranno valorizzate, per testimoniare la nostra riconoscenza e il nostro apprezzamento. Un ringraziamento particolare va anche al signor Giuseppe Simonetti che ha messo a disposizione le immagini senza richiedere alcun diritto e che ci ha supportati nelle scelte artistiche e nelle soluzioni logistiche in tutto questo periodo“.

L’allestimento della Rianimazione rimarrà in corso anche il prossimo anno e a disposizione di coloro che vorranno arricchire ulteriormente, con una donazione anche di una sola opera, la collezione di paesaggi tratti dall’archivio Bini e Simonetti, al fine di poter ultimare il progetto di umanizzazione e accoglienza, parte integrante della cura, come si legge nel Comunicato Stampa trasmesso dalla Struttura Semplice Pubbliche Relazioni, Accessibilità e Comunicazione della nostra Azienda Sanitaria Locale.

Alcune RIFLESSIONI del dottor Umberto Colageo
– Responsabile della Rianimazione dell’ASL BI:

DA UN INCONTRO, UN’IDEA
Come a volte capita nella vita, il parere di una persona estranea ad un certo ambiente è in grado di cogliere situazioni, problemi ed opportunità che i professionisti di quel settore possono avere difficoltà a mettere a fuoco. Così è successo a me, quando ho avuto l’occasione di ascoltare la testimonianza della professoressa Fontanella, relativa alla propria esperienza di degenza e di malattia vissuta in un Reparto di Rianimazione di Torino. La professoressa descrisse la consolazione che le derivava dall’osservare un geranio posto su un davanzale che sopravviveva a stento e che era l’unico punto di colore di quel Reparto. Ebbene quella narrazione fu così vivace e suggestiva, che mi è sempre rimasta in una zona accessibile della mente, tanto da poter essere richiamata nel momento in cui nasceva la possibilità di dare compimento a quel bisogno di colore che tanto mi aveva colpito. L’occasione, in effetti, è arrivata nelle forme del Nuovo Ospedale ed è stata resa possibile dalla volontà di bene di una famiglia colpita da un lutto improvviso.

VALENZA TERAPEUTICA DELL’IMMAGINE
Ho ritenuto che nessuno meglio di questa persona fosse in grado di spiegare perché non parliamo solo di un elemento decorativo ma di un qualcosa che, a mio avviso, possiede una valenza terapeutica. E, in quest’ottica, non c’è differenza con la donazione di un’apparecchiatura medicale, se quindi è vero che la contemplazione delle bellezze della natura può contribuire a tenere un malato agganciato a questa realtà, alla vita.
Stiamo parlando di quadri fotografici da appendere alle pareti del reparto visibili dai ricoverati. Non è che le pareti dei reparti dove posso aver lavorato fossero libere, anzi, non mancavano in effetti poster sul corretto massaggio cardiaco e sulle frequenze del momento da mantenere, le linee guida sulle intubazioni difficili, sui politraumi, ecc. ecc… tutte cose, a ben guardare, abbastanza preoccupanti se viste dalla parte di un paziente che poteva immedesimarsi nella scena, al centro di cotanta attenzione.

1.200 PERSONE ALL’ANNO
Qualcuno potrebbe comunque dire che si tratta di un qualcosa che riguarda poche persone, un problema di nicchia ma non sono sicuro che le cose stiano così. Dal momento del trasferimento nel Nuovo Ospedale sono passate da noi più di 350 persone e se, come penso che sia vero, noi abbiamo in cura l’intero nucleo familiare dei nostri pazienti ciò vuol dire che più di mille persone sono entrate nel nostro Reparto non dall’ingresso del personale.

MIRACOLI
Ora la nostra realtà è quella di un luogo, dove spesso si consumano delle tragedie e talvolta si verificano dei miracoli, dove il termine miracolo non indica solo l’insperata guarigione di un caso difficile o un esito clinico migliore di quanto temuto. Il termine miracolo per me identifica anche la capacità di qualcuno di andare oltre il proprio dolore privato e di fare comunque qualcosa per la collettività: cosa che rende visibili quei legami misteriosi che uniscono tutti gli essere umani a prescindere dalla razza, dallo stato sociale, dalla cultura e così via. Sono miracoli le decisioni di chi dona gli organi di un proprio caro, per rispettarne la volontà anche quando il dolore potrebbe mettere a tacere ogni sentimento di fratellanza .
Miracoloso è il desiderio di fare del Bene alla collettività nel ricordo di un proprio caro scomparso.
Prodigiose le vite di coloro che dedicano la vita ad assistere qualche malato, che sono capaci con la loro abnegazione di rendere bella e piena una vita che altrimenti sarebbe stata solo un calvario infinito… e qui quante persone meravigliose potremmo citare, già solo quest’anno: Stefano, Veronica, Damiano e Lorenza.

IL RICORDO DI MARCO NEI PENSIERI DEI PAZIENTI
È ora di terminare e non posso non parlare di una persona che non ho conosciuto, ma il cui nome mi accompagnerà per tutto il tempo in cui lavorerò in questo Reparto… MARCO, alla sua memoria dobbiamo questa donazione. Mi viene da pensare che fosse un giovane uomo, amante della natura e generoso, dal momento che in queste occasioni si è soliti fare un gesto che possa rispecchiare l’animo di chi si intende ricordare.
Ho cercato di spiegare, perché queste fotografie sono importanti per noi e per i pazienti ma lo sono anche per lui, per Marco?
Credo davvero di sì! Qualche anno fa ho avuto la fortuna di trascorrere dei giorni a Khatmandu con mia moglie e lì ci venne spiegato il significato delle bandiere buddiste sulle quali sono impresse le preghiere… ogni volta che la bandiera si agita con il vento la preghiera stampata sale una volta di più al Cielo… così mi piace pensare che ogni volta che qualcuno si fermerà a guardare una di quelle immagini e leggerà la dedica a Marco farà salire al Cielo il pensiero, l’amore, la preghiera della sua famiglia.
Grazie a tutti“.