Rischio cardiovascolare 01032016

Il valore della ricerca nella Medicina Generale. Monitorare i fattori di rischio insieme al paziente riduce il rischio di infarto, ictus, arteriopatie

 

 

Stetoscopio

 

Dal territorio per il territorio. 17 Medici di Medicina Generale (MMG) dell’ASL di Biella sono i protagonisti di uno studio sui fattori di rischio cardiovascolare, pubblicato di recente sull’European Journal of Preventive Cardiology.
Si chiama R&P, Rischio & Prevenzione, ed è un lavoro – unico nel suo genere – che ha coinvolto in tutta Italia 860 professionisti dello stesso settore ed oltre 12.000 pazienti di diverse regioni.

Progettato dal Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale (CSeRMEG) e dall’Istituto Mario Negri, questo studio focalizza l’attenzione sui fattori di rischio cardiovascolari. L’obiettivo posto è la prevenzione delle malattie cardiovascolari in pazienti ad alto rischio. I medici coinvolti hanno seguito per cinque anni un gruppo di pazienti, classificati ad alto rischio cardiovascolare, controllando di anno in anno i valori relativi a:

  • ipertensione
  • diabete
  • ipercolesterolemia
  • sedentarietà
  • obesità
  • fumo
  • dieta incongrua.

Nel momento in cui vi era una variazione rispetto al valore considerato ottimale, veniva subito individuata una strategia di prevenzione basata sulle migliori conoscenze scientifiche concordata con il paziente. Un metodo che a distanza di tempo ha dimostrato tutta la sua efficacia; è stata infatti registrata una notevole riduzione degli eventi cardiovascolari, evidenziando così come il controllo dei fattori di rischio modificabili e il miglioramento degli stili di vita abbassi in modo significativo l’insorgenza di eventi cardiovascolari.
Un metodo semplice che può essere applicato nell’ambito delle cure abituali di ogni paziente, sintonizzato alla sua accettazione ed ai suoi bisogni.

La Medicina Generale – affermano i dottori Massimo Tombesi (Medico di Medicina Generale, CSeRMEG, chairman di R&P) e Gianni Tognoni (Consorzio Negri Sud, co-chairman di R&P) – è il contesto professionale in cui il rischio cardiovascolare di ciascun paziente viene normalmente valutato e trattato, in Italia come ovunque. Da notare che nei pazienti inclusi in R&P si sono ottenuti, grazie agli interventi effettuati dai medici di medicina generale, un buon controllo del rischio cardiovascolare ed una cospicua riduzione degli eventi rispetto al numero atteso.
Un valore aggiunto importante di R&P, che merita di essere sottolineato per la sua coerenza con lo stile professionale proprio della Medicina Generale, è stato il coinvolgimento attivo dei pazienti nelle decisioni riguardo alla riduzione del rischio cardiovascolare individuale, in modo che gli interventi proposti, sia farmacologici, sia di correzione di stili di vita, fossero personalizzati e condivisi, cosa che ne ha facilitato l’attuazione concreta.
Lo studio R&P dimostra che la Medicina Generale italiana non è solo la professione a cui viene delegata l’applicazione pratica di ricerche prodotte in altri contesti, ma è anche essa stessa un ambito di ricerca idoneo a produrre autonomamente nuove conoscenze scientifiche, pertinenti alla presa in carico dei pazienti di cui si deve istituzionalmente occupare“.

Questo lavoro di ricerca – ha sottolineato il dottor Michele Sartore, Direttore del Distretto Biella dell’ASL BI – costituisce un chiarissimo esempio dell’importanza di valorizzare sempre di più il ruolo clinico dei Medici di Famiglia nella cura delle principali patologie croniche che affliggono la nostra popolazione“, come si legge nel Comunicato trasmesso dall’Addetto Stampa della nostra Azienda Sanitaria Locale.