Scorcio della mostra fotografica per la Giornata Internazionale del Neonato Pretermine 17112016

Per celebrare la Giornata Internazionale del Neonato Pretermine

 

Uno scorcio della mostra fotografica allestita nell’atrio dell’Ospedale degli Infermi in occasione della Giornata Internazionale del Neonato Pretermine del 17 novembre 2016

 

Giovedì 17 novembre 2016 si è celebrata la Giornata Internazionale del Neonato Pretermine. È stata un’occasione per accendere i riflettori sui “piccolissimi” ricoverati in tutte le Terapie Intensive neonatali degli Ospedali.
Quest’anno l’ASL di Biella ha scelto di onorare questa giornata in un modo diverso: una mostra speciale – allestita nell’atrio dell’Ospedale che valorizza i ricordi e che immortala i bimbi nati prematuri per descrivere con la forza delle immagini com’erano e come sono oggi.

La “World Prematurity Day” focalizza l’attenzione sui bambini nati prima della 37esima settimana di età gestionale. Si tratta di neonati che hanno bisogno di immediate cure e assistenza, sia durante la prima ora di vita, detta anche “Golden Hour”, che nei 3 anni successivi. Come fa sapere la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, nel Mondo sono 15 i milioni di piccoli nati prematuramente ogni anno, stiamo parlando di 1 bambino su 10. Tra questi, circa 1 milione muore a causa di complicazioni legate proprio alla condizione di nati pretermine, ma tre quarti di loro oggi potrebbero essere fra noi grazie a cure adeguate e medicine di supporto sia per la madre che per i bambini.

È una carrellata di emozioni quella che chi entra nel nostro Ospedale in questi giorni può ammirare. Ci sono i ringraziamenti al personale, sempre attento, vicino e professionale, capace di far comprendere – pur in un momento così critico per le famiglie – come muoversi in quel “piccolo mondo delicato”. Gli scatti immortalano la fragilità del passato confrontandola con la forza e la vitalità di oggi. Fotografie che in alcuni casi sono accompagnate dalle storie che i genitori e gli stessi bambini di un tempo hanno voluto raccontare.

Storie anche molto lontane, come quella di Matteo e della sua mamma Manuela 28 anni fa, o come Alessandra che oggi innalza sorridente una bandiera dell’Italia e scrive “Amo credere nelle cose impossibili e piangere dall’emozione dopo averle realizzate”.
Una mostra che è soprattutto un inno alla speranza e al coraggio. Speranza che è tutta dentro queste immagini e che non ha bisogno di molte parole per essere trasmessa a chi le osserva, come riportato nel Comunicato trasmesso dall’Addetto Stampa della nostra Azienda Sanitaria Locale.